Info Progetto

Il Monte Pizzoc si trova ai confini della Riserva demaniale della foresta del Cansiglio e del SIC/ZPS IT3230077 “Foresta del Cansiglio”, facenti parte della Rete Natura 2000, una rete europea di zone particolarmente protette per la tutela degli habitat e delle specie faunistiche di interesse conservazionistico.

L’area rappresenta un sito di grande interesse per la migrazione post-riproduttiva degli uccelli, in particolare dell’ordine dei passeriformi.
Queste specie in autunno migrano dai quartieri riproduttivi, a nord delle Alpi (fino al Nord Europa, Scandinavia, Russia), verso i siti di svernamento dove trascorreranno l’inverno (aree mediterranee continentali ma anche Nord-Africa e Africa sub-sahariana).

Il sito era noto già in tempi storici per l’attività di aucupio: nelle vicinanze infatti si trovava un impianto di cattura (roccolo) di cui si hanno notizie nelle mappe risalenti al 1600 (L’Oseladora).

Nel 2007 il Monte Pizzoc è stato classificato come valico montano per la migrazione e di conseguenza è attualmente escluso dall’attività venatoria ai sensi della Legge 157 del 1992 e della Legge regionale 50 del 1993, e rappresenta ad oggi l’unico Valico montano ufficialmente riconosciuto della Regione Veneto.

Dal 2013 la stazione è inserita nell’ambito del Progetto Alpi, un programma di ricerca pluriennale coordinato dall’ISPRA e dal MUSE che monitora da 20 anni la migrazione autunnale e che osserva il variare degli andamenti delle specie europee.

Il titolare della stazione di cattura è il dott. for. Andrea Favaretto, che si avvale dell’aiuto di altri inanellatori e di molti collaboratori, aspiranti inanellatori e studenti di materie scientifiche legate alla protezione e alla conoscenza delle specie animali e alla tutela dell’ambiente.

Il progetto si basa sul supporto dei volontari; dal 2013 è cofinanziato dall’Associazione Nazionale “Libera Caccia” e per il 2014 anche  Provincia di Treviso, Ufficio Caccia e Pesca. Dal 2015 al 2017 l’associazione ci ha sostenuti direttamente, nel 2018 e 2019 il sostegno è stato raggiunto grazie a un Bando Regionale dedicato alle associazioni venatorie per favorire miglioramenti ambientali e contrastare il bracconaggio, sempre grazie alla partecipazione dell’Associazione Libera Caccia, che ci ha sostenuto anche nel 2020 direttamente.

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